TINELLO

il mio natale, 1947

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view post Posted on 13/12/2009, 15:01     +1   -1
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Tinellista

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Il mio natale


L’atmosfera di questi giorni mi risveglia antichi ricordi, odori sapori di quando il Natale era veramente Natale.
Si respirava l’aria di festa già all’interno della scuola, dove le suore ci insegnavano i canti Natalizi, la recita prima delle vacanze e ci aiutavano a scrivere la letterina che cominciava sempre con “Cari genitori”.
C’era tanta eccitazione, le prove i costumi, la trepidazione della festa incipiente, le famiglie che si riunivano tutte intorno alla stessa tavola, e dopo la Messa della mezzanotte, tornare a casa e giocare a tombola fino a che sfinita mi addormentavo sul tavolo.
Non si usava, almeno per le famiglie meno abbienti, fare l’albero di Natale, ma mio fratello allestiva un bellissimo presepe, pieno di tante figure, pastori, lavandaie, osti calzolai, che intenti ai loro mestieri creavano una bellissima allegoria. Le casette illuminate sapientemente con delle piccole torce erano poste sulle montagne fatte con la carta delle buste del pane, spruzzate di farina per simulare la neve, i monti degradavano fino alla valle. Su un prato di muschio e vellutello c’era un piccolo ponte sotto scorreva un ruscello fatto con la carta argentata dove si abbeveravano le pecore. Il cielo era di carta blu che avvolgeva la confezione della pasta, le stelline erano fatte con la porporina argentata, una grandissima cometa fluttuava sopra la capanna.
Dopo tanti preparativi finalmente arrivava la vigilia di Natale, la tavola apparecchiata con i piatti di porcellana che si usavano solo per quella occasione era molto curata da mia madre che, come centro tavola metteva delle mele rosse che ci faceva lucidare, e non mancava mai una candela.
La nostra era una famiglia che non poteva permettersi troppi sfarzi, mio padre e mia madre due artigiani si sobbarcavano una famiglia di 7 persone compresi i nonni , ma il Natale era sacro, noi bambini dovevamo avere il meglio, quindi sulla tavola la cena della tradizione romana con i fritti, la pasta con il tonno, il merluzzo con la maionese, e poi la frutta il torrone ed il panettone.
Eravamo una famiglia allegra malgrado le finanze fossero poche e solo in quell’occasione mi accorgevo che mio padre mangiava come noi, mentre gli altri giorni dell’anno sosteneva sempre di non avere fame, per riempire di più il nostro piatto, ma poi mandava giù chili di bicarbonato scambiando per ulcera la sua fame.
La mattina di Natale, la mia eccitazione saliva ancora, e si, era il giorno della letterina sotto il tovagliolo di papà, e la recita della poesia in piedi sulla seggiola che dovevo dire io in quanto la più piccola dei fratelli.
Era una atmosfera magica, bellissima, l’amore si sentiva nell’aria, finito il pranzo ci riunivamo presso altre famiglie del palazzo che avevano bambini della mia età, andavamo con un portamonete con pochi spicci ed un sacchetto di bucce di mandarino che servivano per coprire i numeri delle cartelle della tombola.
Non c’erano gli affanni di oggi per la scelta del regalo, ora l’attesa era per il 6 gennaio quando aspettavamo la Befana,

buon natale


 
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Luysia
view post Posted on 13/12/2009, 15:24     +1   -1




Il Natale della tua infanzia assomiglia moltissimo al mio. C'era un particolare in più: l'albero di Natale con le candeline di cera e mio padre, per tradizione, a Natale acquistava sempre una bottiglia di Lacrima Christi. Ricordo molto bene i rosoli che si facevano in casa: la strega, il mandarino, l'anisetta, il caffé sport. Si compravano l'essenze e l'alcool. Per il resto quasi tutto uguale. I regali arrivavano il giorno della befana e noi mettevamo la minestra sui fornelli e appendevamo i nostri calzettoni alla cappa. Ci alzavamo di notte, verso le tre e, non dimenticherò mai la gioia e lo stupore di quegli attimi. Davanti ai nostri occhi: le bambole, le pentoline e le calze che oltre qualche dolcetto contenevano pure il classico mandarino e il pezzetto di carbone vero. a quell'ora si sentivano le grida di gioia e di sorpresa anche degli altri bambini del vicinato e la mattina uscivamo tutti in strada, chi spingendo la carrozzina con la bambola, chi trascinando il suo trenino di legno, chi stringendo il suo orsacchiotto, chi mostrando con orgoglio il suol fuciletto che si cariva con dei bastoncini sui quali erano applicate delle ventose. Era un giorno bellissimo, era una vgiornata di gioia corale alla quale tutti partecipavano. Ricordo quei tempi con grande rimpianto. La nostra vita era semplice e povera ma bastava pochissimo per renderci felici.
 
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espero
view post Posted on 13/12/2009, 18:21     +1   -1




anche i miei Natali assomigliano ai vostri, ma io voglio pensare che i bambini di oggi
quando saranno anziani, ricorderanno queste feste con affetto e nostalgia anche se a noi
sembrano affannose e senza poesia. Forse tutto dipende dagli occhi con cui si guardano.
 
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Luysia
view post Posted on 13/12/2009, 18:31     +1   -1




CITAZIONE (espero @ 13/12/2009, 18:21)
anche i miei Natali assomigliano ai vostri, ma io voglio pensare che i bambini di oggi
quando saranno anziani, ricorderanno queste feste con affetto e nostalgia anche se a noi
sembrano affannose e senza poesia. Forse tutto dipende dagli occhi con cui si guardano.

hai ragione espero, le feste sono comunque belle e sono adeguate al presente. Sarebbe assurdo se tutto rimanesse statico e uguale a se stesso.
 
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view post Posted on 13/12/2009, 19:49     +1   -1
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Tinellista

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CITAZIONE (Luysia @ 13/12/2009, 15:24)
Il Natale della tua infanzia assomiglia moltissimo al mio. C'era un particolare in più: l'albero di Natale con le candeline di cera e mio padre, per tradizione, a Natale acquistava sempre una bottiglia di Lacrima Christi. Ricordo molto bene i rosoli che si facevano in casa: la strega, il mandarino, l'anisetta, il caffé sport. Si compravano l'essenze e l'alcool. Per il resto quasi tutto uguale. I regali arrivavano il giorno della befana e noi mettevamo la minestra sui fornelli e appendevamo i nostri calzettoni alla cappa. Ci alzavamo di notte, verso le tre e, non dimenticherò mai la gioia e lo stupore di quegli attimi. Davanti ai nostri occhi: le bambole, le pentoline e le calze che oltre qualche dolcetto contenevano pure il classico mandarino e il pezzetto di carbone vero. a quell'ora si sentivano le grida di gioia e di sorpresa anche degli altri bambini del vicinato e la mattina uscivamo tutti in strada, chi spingendo la carrozzina con la bambola, chi trascinando il suo trenino di legno, chi stringendo il suo orsacchiotto, chi mostrando con orgoglio il suol fuciletto che si cariva con dei bastoncini sui quali erano applicate delle ventose. Era un giorno bellissimo, era una vgiornata di gioia corale alla quale tutti partecipavano. Ricordo quei tempi con grande rimpianto. La nostra vita era semplice e povera ma bastava pochissimo per renderci felici.

la mia befana era sempre molto povera, la calza erano i nostri calzettoni, ma lo stupore e la gioa anche per un bambolottino di celluloide che ancora conservo mi faceva felice, desideravo tanto una bicicletta, che non arrivò mai. I sacrifici che facevano i miei per riempirmi la calza, facevasi che quei piccoli doni fossero dei grandi doni pieni d'amore.
 
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4 replies since 13/12/2009, 15:01   86 views
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